C’è il rischio di prescrizione nel processo sulle presunte omissioni sulla sicurezza che avrebbero contribuito a causare la morte di Paola Labriola.
I penalisti di Polis,
Michele Laforgia e
Paola Avitabile, difensori dei parenti della vittima costituiti parte civile nel processo iniziato quattro anni fa, hanno sollevato la questione della prescrizione ieri in udienza, chiedendo, a tal riguardo, che il giudizio prosegua con tempistiche più celeri.
La psichiatra barese fu assassinata il 4 settembre 2013, con 70 coltellate inferte da un paziente del centro di salute mentale dove lavorava.
Il 4 marzo prossimo, dopo sette anni e mezzo dall’omicidio, potrebbe prescriversi il reato contestato all’ex DG della Asl di Bari (morte in conseguenza di altro reato) e ad altri imputati. I giudici hanno intanto fissato una udienza a settimana, fino al 25 febbraio, data in cui dovrebbe essere emessa la sentenza, salvo sospensioni della prescrizione, da valutare nel merito.
“Nonostante lo sforzo fatto da giudici e difensori degli imputati, siamo davvero rammaricati che a sette anni dall’omicidio non si sia ancora giunti ad una definizione della vicenda giudiziaria – dichiarano gli avvocati Laforgia e Avitabile –. Oltre al fatto che, ad oggi, la famiglia di Paola Labriola non hai mai ricevuto né un euro, né un’offerta del risarcimento del grave danno subito”.
Rassegna Stampa